La Riflessologia Plantare è una forma di trattamento basata sull’applicazione di una certa pressione su zone precise del dorso e pianta del piede: è un trattamento non invasivo, che induce una stato di rilassamento profondo, in grado di alleviare la tensione e lo stress, anche emozionale e mentale, causati dal vivere quotidiano. Induce inoltre l’organismo a “curarsi” da solo: massaggiando le cosi dette “zone riflesse“, si trattano, infatti, le parti del corpo ad esse collegate per via nervoso-riflessa, e di conseguenza si possono alleviare in modo naturale diversi disturbi.

Non è possibile spiegarlo scientificamente, ma, secondo la visione olistica, il disturbo fisico si manifesta quando il flusso energetico dei canali corporei si blocca, provocando “stagnazione” in una o più zone che perdono così la loro armonia interna. Il massaggio mira a rimuovere questi blocchi, permettendo all’energia di fluire liberamente.

In riflessologia, il piede è considerato lo specchio del corpo: il piede sinistro rappresenta il lato sinistro e il destro il lato destro. Le diverse zone della pianta si collegano ai diversi organi e si ritiene che il massaggio riflessogeno induca il corpo a ritrovare il suo equilibrio: non vengono usati ne farmaci ne strumenti di alcun genere.

La Riflessologia trova le sue origini in India e in Cina circa 5000 anni fa, quando si usavano tecniche di digitopressione per correggere i campi energetici dell’organismo; anche gli egizi usavano una forma di riflessologia, come appare in un affresco risalente al 2330 a.c., in una tomba a Saqqara, a sud del Cairo. Altre fonti attribuiscono l’origine della tecnica agli Incas, civiltà peruviana risalente al 12.000 a.c.: si presume che essi abbiano trasmesso le loro conoscenze della terapia zonale ai Nativi Americani, che tuttora usano questo tipo di trattamento.

Passando a tempi più recenti, è certo che in Europa, la terapia zonale veniva già usata nel ‘500, quando vennero pubblicati molti libri sull’ argomento. Il merito di aver fondato la moderna riflessologia deve essere attribuito al medico americano William Fitzgerald: egli elaborò un metodo chiamato “Terapia Zonale“, che consisteva nell’esercitare una pressione in certi punti del corpo, suddiviso in dieci zone diverse, che si estendevano dalle dita delle mani, alla testa e alle dita dei piedi.

La sua opera venne poi continuata dalla terapeuta Eunice Ingham, che pubblicò due testi sulla riflessologia, dal titolo Le storie che i piedi potrebbero raccontare e Storie raccontate dai piedi. Diversamente dal dottor Fitgerald, ella non lavorò su diverse parti delle dieci zone, ma trattò tutto il corpo concentrandosi sui piedi. Nel 1966, in Gran Bretagna, una sua allieva, Dorren Bayly, diede inizio alla formazione dei primi riflessologi d’ Europa.

IL TRATTAMENTO

La prima seduta, generalmente dura un’ora, in quanto sono necessarie alcune informazioni sullo stile di vita e sullo stato fisico generale.

Le sedute seguenti possono durare da 30 a 50 minuti.

Alla fine della seduta si può percepire una sensazione di calore o di leggerezza in tutto il corpo, e a livello emotivo, invece, ci si può essere euforici o completamente rilassati.

Non è possibile stabilire il numero di sedute necessarie, poichè ogni caso è diverso: la maggior parte delle persone nota un miglioramento sensibile dopo 3-6 trattamenti, anche se la sensazione di benessere si avverte già alla prima seduta. 

Dopo il periodo iniziale, gli appuntamenti si possono diradare, generalmente come mantenimento ogni 15 giorni o, per chi desidera viverlo come uno spazio di rilassamento, a cadenza mensile.

La riflessologia plantare è un trattamento che stimola il naturale equilibrio dell’ organismo: il suo scopo è di indurre uno stato di rilassamento e di ripristinare il benessere fisico e mentale della persona.

Se opportuno, si propone  l’associazione di altre metodiche e rimedi, in base alle esigenze e bisogni specifici della persona in trattamento.